EPPUR SI MUORE

Una rubrica che non dovrebbe esistere


BASTA MORTI SUL LAVORO

di Ivano Bechini

Anche oggi un altro operaio è morto sul lavoro. È accaduto a Lanciole in una cartiera. Al di là delle modalità, ancora da chiarire tecnicamente, la classe operaia paga il quotidiano tributo di sangue a un modello produttivo, ormai insopportabile. Il nostro sgomento di unisce al senso di impotenza che ormai prende tutti. Esprimiamo le nostre condoglianze alla famiglia e la nostra solidarietà ai compagni di lavoro ma chiediamo anche che si proceda seriamente a una vera campagna di prevenzione infortuni. Certamente, vanno rinforzate le strutture pubbliche di controllo e – ne siamo convinti  – di diffusione in tutti i luoghi di lavoro della figura dei RLS – Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza. Ma riteniamo anche che si debba rilanciare il conflitto sociale per ribaltare le attuali condizioni di lavoro insostenibili e che producono in Italia 3 morti sul lavoro, tutti i giorni! Per questo  chiediamo subito uno sciopero generale provinciale per fermare i morti dovuti alla logica del profitto.

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Nella foto: la gru crollata a Torino che ha provocato la morte di tre operai, 22 dicembre 2021

Lo Stato del lavoro

Di Giulio Cavalli 

Piccola e breve carrellata di notizie alla scoperta di un Paese in cui non si parla di un argomento, il lavoro, che a breve irromperà nella scena politica e nel dibattito pubblico e sarebbe bene non dimenticare chi ha fatto di tutto per normalizzare l’intollerabile.

Nel Lazio i Nas di Latina hanno scoperto che almeno 200 braccianti di nazionalità indiana impiegati nei campi e nelle serre subivano dai loro padroni massicce dosi di ossicodone (un farmaco simile alla morfina, di solito usato come antidolorifico) per poter essere più performanti nel lavoro senza sentire troppa fatica. Un medico di base, un avvocato e un farmacista brigavano per migliaia di ricetta in esenzione per un valore di 146mila euro. Risolvere farmacologicamente il flagello della mancanza di diritti, evidentemente, è stata considerata una geniale soluzione.

Laila El Harim, rimasta incastrata e schiacciata in una fustellatrice presso la ditta Bombonette di Camposanto (Modena), grossa azienda attiva nel settore packaging. Due sono gli indagati per la Procura di Modena, Fiano Setti, 86 anni, di Camposanto, fondatore e legale rappresentante della ditta Bombonette, e Jacopo Setti, 31 anni, di Finale Emilia, delegato alla Sicurezza. Dovranno rispondere del reato di omicidio colposo in concorso, con l’aggravante di essere stato commesso in violazione delle norme antinfortunistiche. Indagata anche la ditta Bombonette srl come soggetto giuridico. Secondo la pm Maria Angela Sighicelli la fustellatrice utilizzata nell’azienda Bombonette di Camposanto, in cui è rimasta incastrata e uccisa lo scorso agosto l’operaia 40enne, sarebbe stata modificata rispetto al manuale d’uso, la pm al riguardo sottolinea la presenza di pareggiatori in gomma da regolare manualmente non previsti e l’assenza di una protezione, prevista. Il macchinario manomesso accelerava il lavoro.

Non ce l’ha fatta Luca Blondi, il giardiniere di 50 anni schiacciato tre giorni fa da una piattaforma elevatrice, che stava utilizzando durante un intervento di potatura nel giardino di un condominio in via Torricelli a Lissone, in provincia di Monza e Brianza. L’uomo era stato trasportato all’ospedale San Gerardo di Monza già in arresto cardiaco ed è morto dopo poco il suo arrivo.

Cinque persone sotto indagine per la morte sul lavoro di Francesco Gallo, 48 anni, 4 giorni fa. Faceva il saldatore: è caduto da un ballatoio durante un intervento di manutenzione a Fusina, presso Marghera. Siciliano di Gela, abitava nel Bergamasco.  Gli indagati  per concorso in omicidio colposo sono tre dirigenti di Ecoprogetto, società del gruppo Veritas di Venezia per i servizi ambientali, il titolare e il responsabile della sicurezza della Omd, ditta trevigiana di carpenteria.

Nel 2021 più di 3 persone sono morte ogni giorno nell’esercizio della propria attività lavorativa. Ben 1.221 gli incidenti con esito mortale presentate all’Inail nell’intero arco del 2021. Complessivamente, le denunce di infortunio sul lavoro nell’anno appena trascorso sono state 555.236 (+0,2% rispetto al 2020). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 55.288 (+22,8% rispetto al 2020). Questi i principali dati del Bollettino trimestrale Inail, comprensivi delle denunce relative alle infezioni da Covid-19 avvenute nell’ambiente di lavoro, o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa e in itinere.

A proposito: nei mesi di applicazione della nuova normativa del Superbonus, su 5mila imprese edili controllate ben l’87% è risultato irregolare in materia di sicurezza.

Sul tema del lavoro si deciderà molta della credibilità della politica. Chissà se dopo tutti questi anni ricorderanno ancora le parole per parlarne e farne parlare.

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LAILA COME LUANA, UCCISA DAL PROFITTO. NON CHIAMATELO INCIDENTE

di Maurizio Acerbo e Antonello Patta

Laila El Harim, impiegata presso l’azienda Bombonette di Camposanto in provincia di Modena, come Luana D’Orazio non è morta per un incidente sul lavoro. E’ stata uccisa dalla logica del profitto a tutti i costi, anche quello di una vita umana.
La Procura di Modena non ha dubbi sulle cause dell’orrenda morte dell’operaia 40enne stritolata mentre compiva un’operazione che non andava effettuata manualmente: la fustellatrice a cui era addetta era stata modificata rispetto al manuale d’uso e mancava la necessaria protezione.
Ma non basta! A leggere le contestazioni a carico dell’azienda ci si trova di fronte al tragico riepilogo di gran parte delle cause che nel 2021 sono state responsabili di ben 4 morti al giorno: omissioni nella valutazione del rischio, nei requisiti di sicurezza e per la mancata formazione dell’operaia.
Di fronte a questa carneficina è criminale la tolleranza dei governi neoliberisti che si sono succeduti in questi anni colpevoli di aver emanato leggi che hanno reso i lavoratori e le lavoratrici ricattabili e forzati ad accettare condizioni di lavoro insostenibili e di aver lasciato progressivamente ridurre il personale preposto ai controlli.
Lo sanno bene che ogni anno in Italia il numero dei controlli è così basso e le pene così incerte che le aziende preferiscono rischiare piuttosto che adeguare i sistemi e le norme di sicurezza.
Il governo Draghi non fa meglio; ha deciso un aumento del numero di ispettori del tutto insufficiente rispetto a quanto necessario e dopo mesi non è ancora chiaro che ne è stato.

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LAILA EL HARIM

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Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro

Aperto il 1° gennaio 2008 da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. I morti sui luoghi di lavoro sono da 14 anni tutti registrati in apposite tabelle excel con data della morte, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale. Dal 1° gennaio 2008 anno di apertura dell’Osservatorio sono morti oltre 20000 lavoratori per infortuni.

Al 6 gennaio 2022 sono morti dall’inizio dell’anno 9 lavoratori, 4 di questi sui luoghi di lavoro; 3 in Veneto, compreso un giovane di 25 anni padre di due figli Report morti sul lavoro nell’intero 2021

Morti sul lavoro nel 2021 al 31 dicembre. Ci sono stati 1404 morti complessivi per infortuni sul lavoro, 695 sono morti sui luoghi di lavoro, gli altri sulle strade e in itinere, che sono considerati a tutti gli effetti morti sul lavoro dalle Istituzioni, con un aumento del 18% sui luoghi di lavoro rispetto all’anno 2020, ma l’anno scorso c’è stato il fermo covid e non ci sono in questi numeri i lavoratori morti per covid. 158 gli agricoltori schiacciati/e dal trattore nel 2021. Occorre aggiungere i morti per infortuni da coronavirus: 90 medici morti per coronavirus nel 2021 (368 totali dall’inizio epidemia) 80 gli infermieri in servizio. Il 70% dei lavoratori morti per infortuni sul lavoro da coronavirus sono donne. l’INAIL considera i propri assicurati morti a causa del coronavirus, come morti per infortuni sul lavoro, noi aggiungiamo anche gli altri che non lavorano nella Sanità.

158 gli agricoltori schiacciati/e dal trattore nel 2021. Occorre aggiungere i morti per infortuni da coronavirus: 90 medici morti per coronavirus nel 2021 (368 totali dall’inizio epidemia) 80 gli infermieri in servizio. Il 70% dei lavoratori morti per infortuni sul lavoro da coronavirus sono donne. l’INAIL considera i propri assicurati morti a causa del coronavirus, come morti per infortuni sul lavoro, noi aggiungiamo anche gli altri che non lavorano nella Sanità.

Rispetto al 2008 anno di apertura dell’Osservatorio l’aumento dei morti sui luoghi di lavoro è del 9%. In questi 14 anni non c’è stato nessun miglioramento, nonostante lo Stato attraverso i suoi Istituti ha speso miliardi di euro per la Sicurezza. INAIL dall’inizio dell’anno al 30 novembre ha ricevuto 1116 denunce per infortuni mortali (mancano i morti di dicembre), ma ricordiamo che molte categorie di lavoratori non sono assicurati a questo Istituto e quindi questi morti non vengono rilevati: poi ci sono i morti in nero.

Le categorie con più morti sul lavoro sono:

L’Agricoltura che ha il 30,22% di tutti i morti sui luoghi di lavoro, di questi ben il 75% sono stati schiacciati dal trattore, 158 complessivi a morire in modo così orrendo, e l’età varia dai 14 agli 88 anni. Il 22% di tutti i morti sui Luoghi di Lavoro di tutte le categorie ha perso la vita schiacciato da questo mezzo.

L’edilizia ha il 15% dei morti sul totale, di queste per la maggioranza sono provocate da cadute dall’alto, sono moltissimi i morti in nero in questa categoria, soprattutto nelle regioni del sud, ma non solo.

Autotrasporto Rappresentano il 10,75 di tutti i morti sui luoghi di lavoro: in questa categoria sono inseriti tutti i lavoratori che guidano un mezzo sulle strade e autostrade (gli autotrasportatori morti sulle autostrade non sono inseriti nei morti delle province), i morti in questa categoria sono aumentati di molto; non sarà un caso che è aumentato in modo esponenziale il trasporto su gomma dovuti agli acquisti on line.

Industria Rappresentano il 5,89% di tutti i morti sui luoghi di lavoro, sono relativamente molto pochi; in questa categoria abbiamo inserito le industrie di tutte le categorie (esclusa edilizia). I morti in questa categoria sono quasi tutti nelle piccole e piccolissime aziende dove non è presente il Sindacato o un responsabile della Sicurezza, Nelle medie e grandi aziende i morti sono quasi inesistenti, quei pochi sono tutti lavoratori che lavorano all’interno dell’azienda stessa ma che non sono dipendenti diretti, ma di aziende appaltatrici: le aziende e i sindacati devono accertarsi che questi lavoratori, che svolgono generalmente lavori pericolosi, svolgono il loro lavoro in sicurezza e siano tutelati come i dipendenti. In alcune grandi aziende emiliane i datori di lavoro hanno fatto accordi col sindacato per tutelare meglio questi lavoratori in appalto.

 Artigiani: una miriade di lavoratori artigiani o di loro dipendenti perdono la vita lavorando, elencare i lavori che svolgevano questi morti per infortuni diventerebbe molto dispersivo per chi legge il report. Ricordiamoci anche di poliziotti, carabinieri e vigili del fuoco che hanno perso la vita lavorando: anche questi lavoratori non sono assicurati all’INAIL.

Età delle vittime: è impressionante vedere che i morti sui Luoghi di Lavoro (escluso itinere) che hanno più di 61 anni sono oltre il 20% di tutti i morti sui luoghi di lavoro; i morti da questa età in su sono soprattutto in agricoltura, in edilizia e tra gli artigiani. Non si può far svolgere lavori pericolosi a lavoratori anziani. Ma ci sono anche molti giovani di vent’anni a morire sul lavoro, soprattutto precari, che hanno perso la vita quest’anno, non solo Luana D’Onofrio ma anche altre decine di giovani che svolgevano lavori pericolosi senza nessuna preparazione, e con il rischio di venir licenziati se avevano da ridire sui lavori pericolosi che dovevano svolgere.

Nazionalità delle vittime: c’è stato un netto calo delle morti tra gli stranieri rispetto agli anni precedenti, probabilmente a causa della pandemia rappresentano il 6,5% di tutti i morti sui luoghi di lavoro. Gli anni precedenti al covid erano sempre intorno al 10%. Sono lavoratori marocchini, albanesi e romeni gli stranieri con più morti.

Non sono contati neppure i morti in itinere e sulle strade: tenete presente che i morti in itinere e sulle strade sono almeno altrettanti rispetto a quelli segnalati qui sotto nelle Regioni e Province. Ma noi preferiamo tenerli separati, perché richiedono altri interventi, che sono diversi da quelli delle morti sui Luoghi di Lavoro.

Morti sui LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province nel 2021: i morti sul lavoro sono segnati nella provincia dove è avvenuto l’infortunio mortale e non in quella di residenza, a questi occorre aggiungere almeno altrettanti lavoratori morti sulle strade e in itinere che sono considerati a tutti gli effetti morti per infortuni sul lavoro.

LOMBARDIA 78 Milano (15), Bergamo (15), Brescia (15), Como (3), Cremona (2), Lecco (3), Lodi (1), Mantova (3), Monza Brianza (3), Pavia (9), Sondrio (4), Varese (4)

CAMPANIA 70 Napoli (22), Avellino (12), Benevento (6), Caserta (13), Salerno (17)

TOSCANA 55 Firenze (12), Arezzo (2), Grosseto (4), Livorno (3), Lucca (6), Massa Carrara (3), Pisa‎ (9), Pistoia (10), Siena (3) Prato(3)

EMILIA ROMAGNA 53 Bologna (6), Rimini (4) Ferrara (5) Forlì Cesena (4) Modena (10) Parma (7) Ravenna (5) Reggio Emilia (10) Piacenza (1)

PIEMONTE 53 Torino (17), Alessandria (11), Asti (3), Biella (2), Cuneo (17), Novara (1),Verbano-Cusio-Ossola() Vercelli (1)

VENETO 51 Venezia(7), Belluno(2), Padova‎(14), Rovigo(1), Treviso(12), Verona(6), Vicenza(8) LAZIO 40 Roma (22), Viterbo (2) Frosinone (7) Latina (6) Rieti (3)

CALABRIA 34 Catanzaro (7), Cosenza (16), Crotone (2) Reggio Calabria (5) Vibo Valentia (3) PUGLIA 32 Bari (6), BAT (4), Brindisi (4), Foggia (4), Lecce (7) Taranto (7)

SICILIA 30 Palermo (4), Agrigento (5), Caltanissetta (), Catania (5), Enna (1), Messina (6), Ragusa (8), Siracusa (1), Trapani‎ ()

ABRUZZO 28 L’Aquila (5), Chieti (11), Pescara (1) Teramo (10)

TRENTINO ALTO ADIGE 24 Trento (9) Bolzano (15)

MARCHE 22 Ancona (4), Macerata (4), Fermo (1), Pesaro-Urbino (7), Ascoli Piceno (6) Fermo FRIULI VENEZIA GIULIA 15 Pordenone (2) Trieste (2) Udine (9) Gorizia (2)

SARDEGNA 15 Cagliari (4) Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (1), Nuoro (6), Ogliastra (), Olbia-Tempio (), Oristano (1), Sassari (2).Sulcis iglesiente ()

UMBRIA 9 Perugia (7) Terni (2)

BASILICATA 9 Potenza (6) Matera (3) Molise 6 Campobasso (2) Isernia (4).

LIGURIA 7 Genova (3), Imperia () La Spezia (2), Savona (2) VALLE D’AOSTA (3)

Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio http://cadutisullavoro.blogspot.it

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