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SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE – CI VUOLE ORECCHIO – Musica e lavoro

La musica del lavoro, il lavoro della musica

A CURA di ANGELA COLOMBO, GIORGIO CARLIN, ORLANDO FURIOSO

Orlando Furioso presenta:

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Credevo di annoiarmi…

Racconto di un’esperienza in un Conservatorio di Musica – di Angela Colombo

Credevo-di-annoiarmi-Angela-Colombo

Ho lavorato 40 anni in ambito musicale, ho insegnato Pianoforte in Conservatorio, per 37 anni nello stesso Istituto, il “Vivaldi” di Alessandria. Ne sono stata anche Vicedirettrice per 10 anni e Direttrice per 5, gli ultimi di servizio prima della pensione. Prima di iniziare il mio racconto, devo fare una premessa che non è scontata: i Conservatori di Musica sono, ovviamente, scuole di formazione ma anche sedi di produzione artistica. Mi spiego: allieve e allievi imparano a suonare, a cantare, a scrivere musica ma anche a mettere in pratica da subito quello che stanno studiando avendo in più l’opportunità di cimentarsi nei tanti mestieri che alla musica sono legati (ma questo sarebbe un racconto a parte…). Non solo formazione e produzione però: l’esperienza che vado a raccontare è anche di promozione culturale. Nei Conservatori non dobbiamo formare esclusivamente musicisti, dobbiamo favorire la crescita di un pubblico, far sentire che la musica è tutta da ascoltare, anche quella che sembra più lontana nel tempo e dalla sensibilità contemporanea. Con questa convinzione, mai venuta meno, insieme ad alcune colleghe nel 1991 ho iniziato ad organizzare cicli di concerti per le scuole primarie. Quello che state per ascoltare è un estratto della mia relazione in occasione del Convegno organizzato nel 2011 per i vent’anni del ciclo “Entriamo nella casa della Musica” che abbiamo intitolato: “Scuola d’ascolto, scuola in ascolto”. Prima di iniziare è per me doveroso segnalare alcuni nomi. Naturalmente il Direttore mio predecessore, Federico Ermirio, che ha sostenuto il progetto. Poi le colleghe che hanno lavorato con me, per periodi diversi, all’ideazione e organizzazione: Maria Migliardi, Daniela Carapelli, Silvana Chiesa, MariaTeresa Pasero. A loro aggiungo il collega Luca Valentino. Non ho lo spazio per nominare tutte le altre persone che a vario titolo e a vario livello hanno collaborato alla realizzazione di “Entriamo nella casa della musica” (che nel frattempo è arrivata alla 30ma edizione). Quando si assiste ad uno spettacolo, di qualsiasi tipo, è difficile avere chiaro il numero di soggetti che sono stati coinvolti: che si occupino delle mansioni più semplici o che siano protagonisti con ruoli impegnativi e appariscenti, bisogna ricordare sempre che il lavoro ben fatto di tutti è fondamentale per garantire la buona riuscita e la qualità del prodotto.

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L’ordine del suono – di Giorgio Carlin

Il-lavoro-del-tecnico-del-suono-

Last but not least…

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