GUARDAMI NEGLI OCCHI, PLEASE

Attivismo antispecista

di Stefanella Ravazzi

Due compagni. Quello col bastone è Paolo Pietrangeli

Il rapporto tra l’Umano e gli altri Animali si deve inserire eticamente e politicamente in un progetto di giustizia comunista anticapitalista, di lotta contro ogni prevaricazione nei confronti dei sofferenti e degli svantaggiati.



Nel cammino verso una nuova società liberata ,i rapporti
interspecifici devono diventare paritari e orizzontali, alieni dallo
sfruttamento verso tutti gli esseri senzienti, persone umane e non
umane, dotate anche queste ultime della capacità di sentire, di
provare piacere e dolore, di interagire con l’esterno, di intrattenere
rapporti sociali, di manifestare una volontà. Il cambio di relazioni
proposto dall’antispecismo condurrebbe la società a reinterpretare i
rapporti con l’ambiente, in cui la Terra diverrebbe il pianeta di ogni
essere vivente e non della sola umanita’, in una equa coabitazione.
Il contesto antispecista è un impegno contro l’ antropocentrismo e
il capitalismo gerarchico.
“L’ antispecismo non è un movimento che intende semplicemente
riformare la società’ umana, ma si prefigge come obiettivo quello di
cambiarla radicalmente ,eliminandone le spinte discriminatorie,
liberticide, violente nei confronti dei piu’ deboli, antidemocratiche,
autoritarie e antropocentriche. “
(Adriano Fragano – Proposte per un manifesto antispecista-)
<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>><

Torino: la Costituzione e il benessere degli animali

07-03-2022 – di: Fabio Balocco

Qualche tempo addietro ero al mercato di Piazza Benefica, in Torino, con il mio cane quando mi si è avvicinata una persona per accarezzarlo e abbiamo chiacchierato un po’. Alla fine ci siamo trovati concordi: le vere bestie sono gli uomini.

Mi è venuto in mente questo piccolo episodio quando in questi giorni mi sono recato, sempre a Torino, alla Spina 3, dove le amministrazioni di questi anni hanno compiuto una vera e propria rivoluzione urbanistico-edilizia, realizzando interi quartieri che hanno sostituito le vecchie aree occupate da Michelin e Fiat. Tra le varie realizzazioni, delle aree di verde artificiale, come si usa oggi, a fianco del fiume Dora Riparia. Un costo altissimo per mettere arbusti ed alberi in fila: una specie di zoo arboreo. Ma restava un’area libera, a fianco di corso Principe Oddone e cosa hanno pensato bene di realizzare? Due aree cani. In pratica, hanno livellato un terreno di sassi, l’hanno recintato, e ci hanno piazzato due fontane, che non funzionano. In questa operazione il M5S che ha guidato la città per cinque anni non si è distinto per nulla dalla giunta Fassino (ma in cosa si è distinto?): le aree cani sono solo piccoli “lager” abbandonati a se stessi, pieni di buche, senza alberi e ombra, spesso senza acqua. Ma il bello è che i 5Stelle del benessere animale si sarebbero dovuti preoccupare, stante il loro programma. Ma è la solita storia, tipo le grandi opere che avrebbero dovuto contrastare. Come si dice nella vulgata? «A parole sono capaci tutti».

Fatto sta che quelle due aree che ho visitato mettono un’infinita tristezza e il pensiero corre pure a quell’articolo 9 della Costituzione che è stato di recente integrato anche con il benessere animale: «La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali». Un contentino a quei rompiballe di animalisti, in pura operazione greenwashing. Lasciamo perdere le condizioni in cui vivono gli animali da reddito, lasciamo perdere la barbarie della caccia, che per eliminare gli allevamenti intensivi e togliere le doppiette occorrerebbe una rivoluzione e culturale ed economica. Lasciamo perdere questi due campi e limitiamoci al benessere spicciolo, a quello degli animali d’affezione, quello che si può realizzare proprio con quattro soldi: tipo le aree cani. Bastano queste per capire quanto i politici amino o anche solo rispettino gli animali.

Nessuna descrizione della foto disponibile.
murale con Negro Matapacos

MONDO CANE (magari!)

presentazione-Matapacos

PER SAPERNE DI PIU’:

negro-matapacos

per il documentario copia e incolla sul browser:
https://www.youtube.com/watch?v=wiEFhAAWCiw

ASCOLTA QUI SOTTO:

El-Negro-matapaco-2

<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<>>>>>>>>>>>>>>>>>>

“Cow”: un documentario illumina chi siamo, visti con gli occhi di una mucca

di Bruna Alasia

“Cow” della regista inglese Andrea Arnold, è il ritratto della vita di una mucca da latte, in un esemplare allevamento della Gran Bretagna, attraverso gli occhi della protagonista: da quando viene separata dal vitellino appena sgravato, sistemata alla catena di montaggio della mungitura e attaccata a pompe che ricordano le atmosfere di “Tempi moderni” o “Metropolis”. Appena il figlio è in grado di stare in piedi, è contrassegnato sulle orecchie, chiuso in una gabbia e allattato con un biberon in plastica. Presto gli bruciano il cranio con un ferro rovente, affinché da grande non gli crescano le corna. La madre, il cui muggito straziante l’ha chiamato per giorni, si è ridotta allo stremo, ma riprende rassegnata la sua vita produttiva per l’uomo.

La dura vita di Cow è completamente modellata sulle esigenze nutritive ed economiche umane. Luma, la mucca protagonista, la si può riconoscere solamente attraverso le cifre marchiate sul suo deretano, 11 29. La macchina da presa tallona gli animali e ne evidenzia il linguaggio attraverso lo sguardo e il corpo: si viene presi da compassione quando si accovacciano stanchi sul pascolo, s’intuiscono le loro occhiate velate di rabbia, paura o desiderio di protezione. Ma sono le mucche, a prezzo della loro vita, a proteggerci e nutrirci in un rapporto squilibrato: l’uomo, nell’eloquente finale, risalta al pari di qualsiasi altro predatore, come soggetto alla crudeltà del più forte. Sorge spontanea la domanda se sia inevitabile e necessario, se non ci sia spazio per la compassione nella sopravvivenza della nostra specie.

“Cow”, della regista britannica Andrea Arnold, arriva l’11 febbraio sulla piattaforma MUBI. Il documentario è stato presentato al festival di Cannes 2021. Di Andrea Arnold, sempre l’11 febbraio, esce anche il cortometraggio “Wasp” vincitore del premio Oscar. Ambientato a Dartford, la città natia di Andrea Arnold, ricostruisce con fedeltà le atmosfere anglosassoni popolari, raccontando di una madre single di quattro figli, che cerca di riallacciare il rapporto sentimentale con un suo ex.

Su Mubi dall’11 febbraio 2022.

Regia di Andrea Arnold

Titolo originale: Cow

Genere Documentario

Paese: Gran Bretagna2021

Durata 94 minut

Articoli simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *