IL RISVEGLIO A COLTANO
Manifestazione antimilitarista di Coltano 2 giugno 2022
Un podcast a cura di Giancarlo Micheli
In un decreto del presidente del consiglio dei ministri, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale in data 23 marzo 2022, si prevedeva la realizzazione, in località Coltano, all’interno del territorio del Parco naturale di Migliarino-San Rossore, di una base militare, adibita alle attività addestrative del Gruppo interventi speciali, del 1° Reggimento paracadutisti Tuscania e del Nucleo cinofilo regionale dell’arma dei carabinieri.
Dopo aver constatato la volitiva avversione al progetto di numerose associazioni e realtà politiche territoriali, che hanno aderito alla manifestazione di giovedì 2 giugno, svoltasi proprio nell’area messa nel mirino per il progetto militare e che ha visto la partecipazione di oltre quindicimila persone, gli amministratori hanno dichiarato di volersi impegnare per il reperimento di soluzioni alternative.
Ciononostante, piuttosto che entrare nel merito delle prassi istituzionali che hanno guidato la cittadinanza al passaggio obbligato tra le attualissime forche caudine della crisi climatica e delle urgenze belliche di riarmo, piuttosto che avventurarsi in previsioni sugli esiti cui un’inveterata consuetudine patria per i patteggiamenti legali possa infine approdare, ritengo sia opportuno e necessario porre una questione di metodo, nei termini seguenti:
ASCOLTA QUI: Sulla-manifestazione-antimilitarista-di-Coltano_2-giugno-2022
Sulla musica del podcast:
L’Affiche Rouge fu un manifesto di propaganda distribuito, nel febbraio del 1944, dagli occupanti nazisti e dalle autorità di Vichy, per additare alla pubblica riprovazione i Franc-tireurs et partisans – main d’œuvre immigrée (FTP-MOI), gruppo della resistenza clandestina, composto da immigrati e aderente alla Terza Internazionale, ventitré dei cui membri erano stati fucilati, nel forte di Mont-Valérien, il giorno 21. Nel 1955, Louis Aragon prese spunto dall’episodio per scrivere la poesia omonima, inserita nella raccolta Le roman inachevé. Nel 1959, Léo Ferré compose un brano dal medesimo titolo sul testo di Aragon.
L’Affiche Rouge
Vous n’avez réclamé la gloire ni les larmes
Ni l’orgue ni la prière aux agonisants
Onze ans déjà que cela passe vite onze ans
Vous vous étiez servi simplement de vos armes
La mort n’éblouit pas les yeux des partisans
Vous aviez vos portraits sur les murs de nos villes
Noirs de barbe et de nuit hirsutes menaçants
L’affiche qui semblait une tache de sang
Parce qu’à prononcer vos noms sont difficiles
Y cherchait un effet de peur sur les passants
Nul ne semblait vous voir Français de préférence
Les gens allaient sans yeux pour vous le jour durant
Mais à l’heure du couvre-feu des doigts errants
Avaient écrit sous vos photos MORTS POUR LA FRANCE
Et les mornes matins en étaient différents
Tout avait la couleur uniforme du givre
A la fin février pour vos derniers moments
Et c’est alors que l’un de vous dit calmement
Bonheur à tous Bonheur à ceux qui vont survivre
Je meurs sans haine en moi pour le peuple allemand
Adieu la peine et le plaisir Adieu les roses
Adieu la vie adieu la lumière et le vent
Marie-toi sois heureuse et pense à moi souvent
Toi qui va demeurer dans la beauté des choses
Quand tout sera fini plus tard en Erivan
Un grand soleil d’hiver éclaire la colline
Que la nature est belle et que le coeur me fend
La justice viendra sur nos pas triomphants
Ma Mélinée ô mon amour mon orpheline
Et je te dis de vivre et d’avoir un enfant
Ils étaient vingt et trois quand les fusils fleurirent
Vingt et trois qui donnaient leur coeur avant le temps
Vingt et trois étrangers et nos frères pourtant
Vingt et trois amoureux de vivre à en mourir
Vingt et trois qui criaient la France en s’abattant
Louis Aragon
Il manifesto rosso
Non avete reclamato le lacrime né la gloria
Né l’organo né le preghiere per i moribondi
Già undici anni come passano in fretta undici anni
Vi siete solo serviti delle vostre armi
La morte non abbaglia gli occhi dei partigiani
Avete i vostri ritratti sui muri delle nostre città
Neri di barba e di notte irsuti e minaccianti
Il manifesto che sembrava una macchia di sangue
Perché i vostri nomi sono difficili da pronunciare
E perché voleva incutere paura ai passanti
Nessuno pareva considerarvi dei veri francesi
Tutto il giorno la gente andava senza degnarvi d’uno sguardo
Ma all’ora del coprifuoco delle dita erranti
Avevano scritto sulla vostra foto MORTI PER LA FRANCIA
E i tristi mattini ne erano mutati
Tutto aveva il colore uniforme della rugiada
A fine febbraio per i vostri ultimi momenti
Ed è allora che uno di voi disse con calma
Felicità a tutti felicità a chi sopravviverà
Io muoio senza provare odio per il popolo tedesco
Addio al dolore e al piacere Addio alle rose
Addio alla vita addio alla luce e al vento
Sposati e sii contenta e pensami sovente
Tu che resterai nella bellezza delle cose
Quando tutto sarà finito più tardi ad Erevan
Un grande sole invernale rischiara la collina
Com’è bella la natura e come mi spacca il cuore
La giustizia verrà sui nostri passi trionfanti
Mia Mélinée amore orfanella mia
E ti dico di vivere ed avere un bambino
Erano ventitré quando i fucili fiorirono
Ventitré che offrivano i loro cuori anzitempo
Ventitré stranieri eppure nostri fratelli
Ventitré innamorati della vita fino a morirne
Ventitré che gridavano Francia mentre venivano abbattuti
traduzione di Giancarlo Micheli