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PENNA E MARTELLO

Festival di letteratura working class

La classe operaia si racconta

Radio Poderosa, con la sua inviata Caterina Pagliasso, ha intervistato Giulio Calella, direttore della casa editrice Alegre che ha organizzato, insieme al Collettivo di fabbrica della GKN (Campi Bisenzio, Firenze) e con la direzione di Alberto Prunetti, il primo Festival italiano della letteratura della working class, sulla scorta di quello britannico di Bristol del 2021. La classe è tornata è il motto del festival, alla faccia di quelli che affermano che la classe operaia non c’è più e siamo diventati tutti classe media. C’è eccome, invece, ma in questa contingenza storica classe diventa un termine più inclusivo, con l’apporto delle scienze sociali che parlano di intersezionalità, cioè di sovrapposizione o intersezione di diverse identità sociali che subiscono particolari discriminazioni. Non solo operai ma anche donne povere, disoccupati, precari, gruppi etnici e tutto il mondo variegato dei gender.

La classe è tornata, dunque, come categoria che attraversa la letteratura, dai memoir alla fiction. Nonostante questo l’editoria e la critica letteraria mainstream continuano a non dare a questi autori lo spazio e la dignità culturale che meritano e a ignorare che esiste un pubblico (bollato come ignorante) con esigenze di lettura diverse da ciò che viene offerto negli scaffali della grande distribuzione.

Il festival, che si è svolto dal 31 marzo al 2 aprile all’interno degli spazi della GKN,  ha voluto contribuire  a creare un “nuovo immaginario di classe” e a dare il giusto peso culturale ad autori e autrici che hanno trattato temi come la provenienza e le ferite di classe, il lavoro oppresso e le sue lotte, gli infortuni professionali, l’orgoglio di essere nati in famiglie operaie. E al contempo sostenere concretamente la resistenza del Collettivo di Gkn, che con un presidio permanente sta conducendo una dura battaglia, pagata sulla sua pelle, per reindustrializzare la fabbrica dopo la dismissione. Il 9 luglio 2021 i lavoratori ricevettero una mail che annunciava il loro licenziamento in  massa. Il fondo britannico Melrose, proprietario della fabbrica di semiassi, aveva deciso di delocalizzare. Gli operai si precipitarono in fabbrica e organizzarono un presidio permanente. al grido di «Insorgiamo» contro il capitalismo selvaggio e il potere delle multinazionali. Da allora, concerti, incontri, marce, presidi, manifestazioni con migliaia di persone a sostegno della loro battaglia. Poi venne un tentativo di riconversione fallito, e le proposte degli operai di auto-recupero dello stabilimento e della sua integrazione con il territorio. Oggi non si sa se queste proposte verranno accettate e il futuro dei lavoratori è quanto mai incerto.

L’evento ha potuto contare sulla presenza di importanti autori britannici e statunitensi di working class. Ricordiamo i più significativi: Cash Carraway, autrice del memoir “La porca miseria”, Cynthia Cruz con il suo “Melanconia di classe”, D. Hunter, con il suo “Chav”, e Anthony Cartwright, autore di “Iron towns”.

Fondamentale il saggio “Questo non è un pranzo di gala”, di Alberto Prunetti che dirige dal 2018 la collana Working class per le edizioni Alegre, ampia esplorazione militante di ciò che questa letteratura ha prodotto nel mondo. Testo emblematico della collana è “Insorgiamo”, diario della vicenda GKN.

Per citare solo una delle importanti opera di working  class italiana, è stato presente al festival il figlio di Tommaso di Ciaula, che ha letto e commentato alcuni passaggi del bellissimo “Tuta blu”, un intenso, duro e commovente diario di fabbrica uscito nel 1975 e ripubblicato da Alegre.

ASCOLTA QUI L’INTERVISTA DI CATERINA PAGLIASSO A GIULIO CALELLA:

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