ANBAMED OTTOBRE

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(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

31 ottobre 2022.

Rassegna anno III/n. 299

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COMUNICATO-APPELLO

Oggetto: Salviamo dalla lapidazione la giovane sudanese, Amal!

Un tribunale di Koste, nella provincia sudanese Nilo Bianco, ha emesso il 26 giugno 2022, una condanna alla pena capitale per lapidazione contro una ragazza ventenne, Amal (non riveliamo il nome anagrafico, per rispetto della privacy), sulla base dell’accusa di adulterio (zina). In questi giorni, l’Alta Corte ha respinto il ricorso degli avvocati e, quindi, in caso di mancato ripensamento la condanna diventa definitiva. In Sudan, l’ultima condanna simile risale al 2013, ma l’Alta Corte l’aveva annullata.

L’avvocata di Amal, Intissar Abdallah, ha ripreso in mano il dossier dei tribunali ed ha ribadito che i diritti legali della ragazza sono stati violati dal tribunale di primo grado, perché non è stato ammesso un legale difensore e non sono stati ascoltati testimoni, ma soprattutto non è stato convocato, per essere processato, lo stupratore. Dal verbale di polizia si evince che la ragazza non è stata informata dei suoi diritti, prima dell’interrogatorio.

Al di là degli aspetti giuridici e legali, la pena di morte è un assassinio di Stato e la lapidazione è una tortura inumana, anacronistica e sadica. 17 organizzazioni sudanesi, africane e internazionali per la difesa dei Diritti Umani hanno lanciato un appello alle autorità di Khartoum ed alla società civile del Paese, per agire in modo tale da impedire questo crimine, garantire un processo equo, liberare immediatamente Amal dal carcere e mettere fine alle discriminazioni nei confronti delle donne. Infatti, tutte le sentenze per adulterio, in Sudan, sono state emesse contro donne, mai contro maschi. Le associazioni, inoltre, sottolineano che il governo civile sudanese, nel 2021, aveva firmato il Trattato contro la violenza sulle donne, ma il colpo di Stato del 25 ottobre 2021 ne ha impedito l’entrata in vigore.    

L’applicazione della pena di morte per lapidazione per il reato di adulterio (zina) costituisce una grave violazione del diritto internazionale, compreso il diritto alla vita e il divieto di tortura e trattamenti o punizioni crudeli, disumani o degradanti, come sancito dal Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) e la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura (UNCAT) di cui il Sudan è uno Stato aderente.

La solidarietà internazionale in casi simili è importante, anche perché l’applicazione della lapidazione, per i casi di adulterio, non è ammessa dal Corano, ma inserita in un modo dubbio nella Sharia. Sono molte contestazioni a questa norma da parte di molti teologi musulmani. In passato ci sono stati casi simili, nei quali la mobilitazione delle coscienze ha funzionato: la nigeriana Safiya Husseini è stata salvata grazie a 20 milioni di lettere al presidente nigeriano, Obasanje; l’iraniana Sakina Ashtiani è stata salvata dall’impiccagione, grazie all’impegno dell’opinione pubblica mondiale.

Ci appelliamo a tutte le persone di buona volontà di agire immediatamente con un gesto semplice e concreto, per impedire questo crimine: firmare e raccogliere firme alla lettera-appello allegata, da spedire all’ambasciata sudanese in Italia.

Grazie anticipatamente per l’interesse e l’ospitalità!

Per il Consiglio Direttivo di Anbamed

Mariangela Gallo – Ismail Emiliano Kashbur

LETTERA ALL’AMBASCIATA DEL SUDAN – ROMA

Alla cortese attenzione dell’Ambasciatore

della Repubblica del Sudan In Italia

 Via Panama, 48, 00198 Roma RM

Numero di telefono:

(+39) 06 3322 2138

Numero di fax:

(+39) 06 3340 841

E-mail:

info@sudanembassy.it

Oggetto: Appello per salvare la vita della giovanissima Amal, condannata alla lapidazione in Sudan.

Gentile Ambasciatore,

ci rivolgiamo a lei per sollecitare la sua sensibilità ad intervenire presso le autorità competenti del suo paese, in modo di bloccare la sentenza alla pena capitale per lapidazione contro la ragazza 20enne, Amal (Non riveliamo il nome anagrafico, per rispetto della privacy). Amal è stata condannata, senza il rispetto dei suoi diritti ad un legale difensore, previsti dalla legge sudanese; durante l’interrogatorio nel commissariato di polizia, non le sono state fornite le informazioni necessarie sui suoi diritti prima di rispondere.

Noi consideriamo la pena capitale un assassinio di Stato e la lapidazione è il più odioso: un metodo disumano, anacronistico e crudele. Applicarla soltanto alle donne e mai ai maschi è un atto discriminatorio, in piena violazione delle leggi internazionali che il Sudan ha sottoscritto.

La sentenza del tribunale di Kosti, del 26 giugno 2022, va rivista e annullata e questo passo richiede un atto coraggioso, di volontà politica e giuridica, da parte delle autorità istituzionali, anche in questa fase difficile che vive il suo Paese.

Le chiediamo di trasmettere, al su governo, questo nostro sentimento di rifiuto di sacrificare una giovane vita umana, quella appunto di Amal, in osservanza di cavilli burocratici e norme a dir poco sadiche.

Libertà per Amal! No alla lapidazione! Salviamo la vita di Amal!

Luogo e data: …………………………………………………………………………..

Nome e cognome

(in stampatello)

Città e provinciia

Professione

Firma

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30 ottobre 2022.

Rassegna anno III/n. 298

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29 ottobre 2022.

Rassegna anno III/n. 297

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27 ottobre 2022.

Rassegna anno III/n. 295

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26 ottobre 2022.

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25 ottobre 2022.

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24 ottobre 2022.

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22 ottobre 2022.

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21 ottobre 2022.

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20 ottobre 2022.

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19 ottobre 2022.

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18 ottobre 2022.

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17 ottobre 2022.

Rassegna anno III/n. 285

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16 ottobre 2022.

Rassegna anno III/n. 284

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 Approfondimento

24hAssange: una maratona mondiale per salvare Julian Assange

Mondo

–         Sono passati sette mesi e 19 giorni di guerra russa in Ucraina.

–         Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere egiziano di Wadi Natroun. Sono passati sei mesi e il regime di Al-Sissi è sordo agli appelli e nelle cancellerie internazionali prevale l’insensibilità. In Italia, dal 28 maggio, è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

Oggi 14 ottobre digiuna, ancora una volta, Simona Brambilla.

Appelli:

Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno. Urge una vostra adesione.

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

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13 ottobre 2022.

Rassegna anno III/n. 281

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12 ottobre 2022.

Rassegna anno III/n. 280

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Approfondimenti

11 ottobre 2013: così l’Italia ha lasciato annegare 60 bambini siriani

Mondo

–         Sono passati sette mesi e 17 giorni di guerra russa in Ucraina.

–         Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere egiziano di Wadi Natroun. Sono passati sei mesi e il regime di Al-Sissi è sordo agli appelli e nelle cancellerie internazionali prevale l’insensibilità. In Italia, dal 28 maggio, è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

Appelli:

Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno. Urge una vostra adesione.

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10 ottobre 2022.

Rassegna anno III/n. 278

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Sono passati sette mesi e 15 giorni di guerra russa in Ucraina.

Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere egiziano di Wadi Natroun. Sono passati sei mesi e il regime di Al-Sissi è sordo agli appelli e nelle cancellerie internazionali prevale l’insensibilità. In Italia, dal 28 maggio, è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

Oggi 10 ottobre digiuna per la prima volta Mirella Graglini.

Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno. Urge una vostra adesione.

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9 ottobre 2022.

Rassegna anno III/n. 277

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Sono passati sette mesi e 14 giorni di guerra russa in Ucraina.

Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere egiziano di Wadi Natroun. Sono passati sei mesi e il regime di Al-Sissi è sordo agli appelli e nelle cancellerie internazionali prevale l’insensibilità. In Italia, dal 28 maggio, è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

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8 ottobre 2022.

Rassegna anno III/n. 276

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Sono passati sette mesi e 13 giorni di guerra russa in Ucraina.

Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere egiziano di Wadi Natroun. Sono passati sei mesi e il regime di Al-Sissi è sordo agli appelli e nelle cancellerie internazionali prevale l’insensibilità. In Italia, dal 28 maggio, è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

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 APPROFONDIMENTI

Sollevato il velodi Mahsa. La società iraniana sfida la morale repressiva. di Marina Forti

Questo è il testo della canzone di Shervin – Baraye

Il cantautore è stato arrestato dopo che la canzone è diventata virale in pochi giorni dalla sua pubblicazione sui social. (ascolta)

Per ballare liberamente nelle strade

Per la paura dei baci proibiti

Per mia sorella, tua sorella, nostre sorelle

Per cambiare le menti marce.

Per la vergogna della povertà

Per il rimpianto di una vita normale

Per il lavoro minorile e il sogno infranto (dei ragazzi)

Per questa economia pianificata centralizzata.


Per quest’aria inquinata

Per via Valiasr e i suoi alberi impolverati

Per i ghepardi asiatici in via di estinzione

Per i cani innocenti proibiti.

Per le lacrime incessanti

Per aver ripetuto questa scena

Per un volto pieno di sorriso

Per gli studenti e il loro futuro.


Per questo paradiso forzato

Per le élite imprigionate

Per i bambini afgani

Per tutti questi “per” unici.

Per tutti questi slogan forzati senza senso

Per i detriti di edifici fragili

Per sentirsi a proprio agio

Per una luce dopo la lunga oscurità.

Per antidepressivi e insonnia

Per “uomo, patria, prosperità”

Per le ragazze che avrebbero voluto essere maschi

Per “donna, vita, libertà”.

Alla libertà

Alla libertà

Alla libertà

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Approfondimenti

“Rifqa, la nonna nata prima dello stato di Israele”

Quattro anni fa l’assassinio di Khashoggi.

3 ottobre: Giornata dell’Accoglienza e della Memoria

Sollevato il velo di Mahsa. La società iraniana sfida la morale repressiva. di Marina Forti

Un appello per Julian Assange

Libertà per Alaa Abdel Fattah

Finestra sulle Rive Arabe n° 5

Donne d’Arabia, il romanzo saudita a firma femminile

di Federica Pistono

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