BELLA CIAO A PIENE MANI
Comitato Provinciale Novara
In vista delle celebrazioni ufficiali del 25 Aprile 2022, proponiamo a tutta la cittadinanza degli incontri per imparare a cantare con le mani l’Inno nazionale e Bella Ciao.
Gli incontri saranno in parte in presenza, in parte da remoto, secondo il seguente calendario:
sabato 2, 9 e 23 aprile dalle 10:00 alle 11:00 presso il Circolo Operaio Agricolo della Bicocca in via Sforzesca 99 a Novara
mercoledì 6, 13 e 20 aprile dalle 15:00 alle 16:00 da remoto (ai partecipanti sarà inviato il link per il collegamento)
La sensibilizzazione alla Lingua dei Segni Italiana (LIS) attraverso i valori della musica inclusiva è uno dei progetti che abbiamo presentato anche alle scuole cittadine nel progetto #ANPINOVARAPERLASCUOLA20212022.
Ideatrice e responsabile dell’iniziativa è Stefania Natalicchio, docente presso l’I.C. Rita Levi Montalcini Novara, Assistente alla Comunicazione, docente di lingua dei Segni italiana e interprete Coro Manos Blancas.
L’obiettivo è quello di dare a tutt* la possibilità di “gustare” la musica attraverso “vibrazioni visive” e restituirle, non solo ad un pubblico di persone sorde, ma anche a tutti coloro che si vogliono avvicinare ad un mondo nuovo, la LIS, di vera inclusione umana e sociale.
Per info e prenotazioni:
3386898602
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’Bella Ciao’: l’inno di tutti ora è un film
dal Resto del carlino
La bolognese Giulia Giapponesi ha realizzato un doc sulla storia controversa della canzone, con ipotesi e testimonianze
’Bella Ciao-per la libertà’ di Giulia Giapponesi sarà nelle sale per ora solo l’11, 12 e 13 aprile
Negli anni l’ha intonata tutto il mondo ’Bella Ciao’, canto popolare italiano con un secolo di vita, da sempre collegato alla Resistenza partigiana e quindi sinonimo di libertà e oggi simbolo della resistenza Ucraina. In verità però la canzone è protagonista di varie teorie che fanno emergere la sua notorietà molto dopo la fine della guerra, ovvero durante l’edizione del 1964 del Festival dei Due Mondi di Spoleto. C’è inoltre parecchio mistero sulla provenienza della melodia e il grande successo che il canto ha avuto con la serie ’La casa di carta’, ha ulteriormente confuso le sue origini. È a quel punto che Giulia Giapponesi ha deciso di andare a fondo della questione e di fare un documentario, ’Bella ciao–per la libertà’, per raccontare al mondo il prima e il dopo del canto iconico. Con tanti protagonisti narratori e cantori: da Vinicio Capossela a Cisco fondatore dei Modena City Ramblers, da studiosi a ’resistenti’ in Iraq, in Turchia fino alle donne curde combattenti. E c’è anche un parallelismo con la strage del 2 agosto. Il film prodotto da Palomar sarà in sala solo l’11-12 e 13 aprile distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection e il 22 aprile su Rai Tre.
Giulia Giapponesi, a chi appartiene ’Bella Ciao’?
“La soluzione non c’è, perché come dice Carlo Pestelli nel film, ‘Bella Ciao è come un gomitolo e la ricerca del primo bandolo della matassa è complicata e scivolosa e distrugge il gomitolo’. D’altra parte in questo suo non avere un autore e un’origine certa, è una cosa in più che ci porta a pensare quanto ’Bella Ciao’ sia una canzone senza una fine né un inizio e in questo senso viaggia nel tempo e nello spazio. E’ un canto libero dai diritti ed è un pezzo di tutti come succede per la gran parte delle canzoni popolari”.
Quando ha avuto l’idea della storia?
“Rendendomi conto che non c’era un documentario su Bella Ciao e che serviva, perché tra il 2018 e 2019 hanno iniziato a girare in rete tutte queste versioni del canto, techno, bossa nova, world music. C’erano milioni di commenti di giovani sotto i video. Dicevano che amavano la canzone e che non vedevano l’ora che uscisse la quarta stagione. La quarta stagione di cosa?, mi son detta. Ed effettivamente sempre di più i video collegati avevano le tute rosse e la maschera di Dalì: veniva vista come la colonna sonora de ’La casa di carta’. Ho pensato che fosse bello che dall’India al Sud America tutti la amassero, ma era abbastanza agghiacciante che la fama non si portasse dietro l’informazione di base. In quel momento ho avuto l’illuminazione: e se ci fosse un prodotto che racconta al mondo il prima e il dopo di ’Bella Ciao’?”
La storia vuole che il canto sia da sempre sentito come la voce della Resistenza, ma che in realtà non sia così. Come ha trattato la questione?
“La polemica c’è da tempo. La scelta di coinvolgere nel film un avvocato calabrese è perché lui, come del resto fece Giorgio Bocca, sostiene che in realtà la canzone diventa famosa solo dopo la guerra. D’altra parte ci sono molte più evidenze del fatto che invece venisse cantata durante la Resistenza, e la prima testimonianza è di Floriana Diena Potaturo, che la cantava con parole diverse, che non sono quelle di oggi. Poi ci sono le ricerche di Cesare Bermani sulla cultura orale. Il problema è però che nei grandi Canzonieri italiani della Resistenza italiana, ’Bella Ciao’ non c’è. Così abbiamo preso in considerazione le varie tesi e siamo andati oltre”.