IL SOGNO COMUNISTA DI SERGIO NOTARIO
Marino Tarizzo ci parla di un intellettuale necessario che ci manca molto e legge la sua poesia “Un sogno comunista”
ASCOLTA QUI LA POESIA: Un-sogno-comunista-di-Sergio-Notario-legge-Marino-Tarizzo
Sergio Notario, poeta colorato
di Marino Tarizzo
Sergio Notario nasce nel 1934 e ci lascia il 20 marzo 2022. Torinese con ascendenze canavesane percorre una formazione classica con laurea in lettere moderne.
Come lavoro ebbe a dire che aderì con partecipazione alla mission iniziale dell’Enel, di cui divenne dirigente, di socializzare e rendere disponibile a tutta la collettività la fornitura di energia rammaricandosi presto della deriva che ebbe quel progetto, in cui non mancò comunque di inserire, tramite il Circolo Aziendale, i suoi interessi culturali.
L’età della pensione gli regalò quindi in pieno la sua vita. Scrittura, animazione, teatralizzazione delle letture, nelle sue attività l’impegno sociale, civile e politico era lucidamente infarinato con una sorta di leggerezza che a qualcuno avrebbe potuto rimandare un’eco calviniana. Grazie alle modalità delle sue performance divenne per tutti il Poeta Colorato. E quasi naturalmente si ritrovò ad essere tra i soci fondatori della Associazione Culturale Due Fiumi con l’ideatore Luigi Tribaudino. Dell’Associazione fu il Vice Presidente storico ma soprattutto una delle ‘anime’ più evidenti degli spettacoli, spesso costruiti collettivamente, tra i quali, cito a caso, “Senza se e senza ma – poeti contro la guerra e il terrorismo” e “Gettateli nell’Orco – storie di pargoli e re, ponti e poeti”. Senza scordare iniziative direttamente civico-sociali, come il progetto di aiuto per la ricostruzione della biblioteca di Sarajevo. Parimenti rilevante il suo apporto a quello che, nato come semplice bollettino associativo, divenne per alcuni anni un luogo di vera e propria in-formazione culturale con la testata di “Corrente alternata” e la firma quale responsabile di Gianni Alasia e la cui redazione merita di essere citata. Insieme a Luigi Tribaudino e Sergio Notario, vi comparivano Silvana Coppéri, Rina D’Alessandro, AnnaMaria Gallo, Enrico Mario Lazzarin e Marino Tarizzo. Per chi volesse, la raccolta del periodico è disponibile per la consultazione materiale presso il Centro Gramsci del Polo del 900 a Torino, partendo dal sito www.polodel900.it
La produzione edita di Sergio Notario non è particolarmente vasta ma “Babilonia blues” “La storia dell’eroico partigiano” e “Un sogno comunista” vanno certamente ricordati insieme alla traduzione in piemontese, con Simone Spaccasassi, del “Manifesto del Partito Comunista”. Così come va ricordata l’invece ampia gamma di poesie, spesso scritte appositamente, che inviava quali doni unici agli amici scrittori, sempre confezionate con un tocco di personale lievità.
Negli ultimi lustri si dedicò in particolare all’approfondimento dello studio e all’insegnamento della lingua minoritaria piemontese collaborando con il Centro Studi Piemontesi e l’UNITRÈ e divenendo in breve un riconosciuto Maestro di tale idioma.
In questo ambito io non concordo con l’interpretazione dello studio del “dialetto” da parte di Sergio come “rifugio” rispetto ai malanni che lo visitarono e ai “mala tempora”, che peraltro gli erano inspiegabili e lo addoloravano profondamente, certo per l’insaziabilità del nemico vittorioso ma ancor più per l’intelligenza con il nemico, il tradimento di chi storicamente si era assunto oneri e onori di accompagnare l’emancipazione degli ultimi.
Ecco, a mio parere, nella lingua piemontese Sergio aveva trovato una minoranza da sostenere, in cui rispecchiarsi, a cui ridare letteralmente voce. Proprio come in “Un sogno comunista” ove si riconosce in uno dei massimi emblemi dell’uomo che resiste: “io sono un indiano/e non mi vendo a nessuno”.
Grazie Sergio.
Marino